Il Centro Studi Colocrisi ha ospitato il giornalista Roberto Schena

Nei giorni scorsi a Gallico presso l’Oratorio “Don Bosco” si è svolto un incontro organizzato dal Centro Studi Colocrisi cui hanno partecipato Autori reggini di storia locale: Giuseppe Caridi, Renato Laganà, Franco Arillotta, Antonino Sapone, Aurelio Guarnaccia, Antonio Natale Costantino, Fortunata Bertè, Albino Passalacqua, Biagio D’Agostino, Angelo Siclari, Domenico Arrigo, Antonino Coppola, Antonina Marra, Giuseppe Mandica e Teresa Pensabene.

La riunione è stata curata da Matteo Gangemi che ha avuto lo scopo di incontrare Roberto Schena, giornalista professionista di Milano, attuale curatore del sito web www.iborghidimilano.it, che raccoglie la storia delle 11 antiche comunità rurali di Milano aggregate nel 1923 al capoluogo.

Scrittori e curatori del territorio di Reggio Calabria hanno, nei loro scritti, documentato la storia dei borghi dotati di amministrazione comunale, annessi nel 1927 tramite provvedimento dell’allora Governo Mussolini su sollecito del podestà Genoese Zerbi. I comuni aggregati, come noto, si chiamano Cataforio, Catona, Gallico, Gallina, Pellaro, Podàrgoni, Rosalì, Salice Calabro, Sambatello, Villa San Giuseppe. Il Regio Decreto comprendeva anche Campo Calabro, Cannitello, Fiumara e Villa San Giovanni, ma pochi anni più tardi riuscirono a staccarsi di nuovo e a riottenere l’amministrazione comunale. L’incontro fra scrittori e studiosi delle realtà locali è stato molto interessante, come si vedrà il tema sta assumendo via via una valenza nazionale.
Roberto Schena, nel suo intervento, agli amici reggini ha parlato del Centenario delle aggregazioni milanesi, 11 in tutto, avvenute esattamente un secolo fa. Reggio presenta una vicenda analoga quattro anni dopo. Durante la riunione gli scrittori reggini hanno stabilito che il Centenario delle aggregazioni deve essere proposto nell’interesse della città, sottolineando “senza modalità celebrative”, ossia unicamente allo scopo di comprendere come si è evoluta, o involuta, l’area convolta dal terremoto amministrativo di allora in varie città d’Italia. A un secolo dai fatti, è ora giunto il momento di capire se tali aggregazioni siano state davvero ultili, che cosa ha funzionato e che cosa no, se l’espansione urbana interna all’area comunale in tal modo allargata abbia giovato o no al territorio e agli abitanti. Un secolo fa si parlava di Grande Reggio, ma anche Grande Napoli, Grande Genova, Grande Milano, Grande Venezia, una definizione valida per tutte quelle realtà che hanno vissuto l’allargamento del territorio comunale.

Dagli interventi dei presenti è emerso che ci sono problemi comuni a tutte le grandi aree metropolitane: i comuni aggregati allora, oggi, costituiscono le rispettive periferie delle città, hanno subito tutti un processo di sviluppo ma anche di degrado notevole. Molto interessante constare come certi temi, dal nord alla punta sud del Paese, siano analoghi, soprattutto per la perdità d’identità culturale e di punti di riferimento autorevoli, con gli abitanti che ancora oggi, a Reggio come a Napoli o Genova, di fatto non si siano avvantaggiati di alcuna vera integrazione, più che altro hanno subito uno spoglio delle risorse, quando non anche la distruzione di preziosi monumenti, compreso alcuni di alto valore storico e artistico. In genere, oggi sono tutte o quasi tutte aree con notevoli problemi di degrado, ma sono proprio questi ex comuni, o quanto rimane di essi, di fatto, i centri storici delle periferie, costituendo occasione per riproporre un retroterra integrato e identitario.

Tra gli incontri del giornalista milanese, nei giorni successivi, anche il presidente dell’Ordine degli Architetti e Ingegneri Ilario Tassone e la professoressa Antonella Sarlo; il Fondo per l’Ambiente nelle persone di Dina Porpiglia e Rocco Gangemi; Salvatore D’Aleo curatore della storia di Pellaro. A tutti è stato proposto di ricordare il Centenario delle aggregazioni nei modi più opportuni e visibili per la popolazione di Reggio Calabria, riscontrando grande interesse.

Da questi incontri, sostiene Roberto Schena, è emersa la volontà a proseguire con altre riunioni per preparare l’evento del prossimo centenario.