Svolti in Calabria gli Stati Generali del Terzo Settore
Gli Stati Generali del Terzo Settore si riuniscono al Parco degli Enotri di Mendicino. Quasi quattromila soggetti e circa 25mila persone impegnate in Calabria tra associazioni di promozione sociale, organizzazioni no profit e cooperative con la finalità ultima, emersa durante gli Stati Generali, di costruire un’alleanza ampia, strutturata e pienamente riconosciuta sul piano istituzionale attraverso nuovi strumenti normativi efficaci. L’evento si svolge in concomitanza con la nomina della città di Cosenza a capitale mondiale del volontariato.
Il presente del terzo settore
Durante la prima giornata dei lavori si è parlato di diseguaglianze, attraverso analisi statistiche e sociologiche che mettono in evidenza l’impoverimento delle famiglie, aggravato soprattutto dalla riduzione del potere d’acquisto. Importante anche il passaggio sull’autonomia differenziata, che ha concesso un ampia discussione sulle possibili conseguenze sull’erogazioni delle prestazioni socio-sanitarie a seguito del provvedimento.
Nella seconda giornata, introdotta dal vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Francesco Savino, si è discusso del ruolo del Terzo Settore, anche grazie alla presenza dell’assessore regionale al Welfare Avv. Emma Staine. «Il terzo settore in Italia rappresenta una struttura importante per le nostre comunità che occorre rafforzare sui territori, valorizzare e sostenere con un lavoro interno, favorendo la nascita di piattaforme aggregate e alleanze tra i soggetti componenti – ha detto la portavoce nazionale del Forum, Vanessa Pallucchi – Serve però pure un riconoscimento di questo ambito con normative adeguate ed una riforma di ampio respiro, pienamente applicabile e che regolamenti il rapporto con le istituzioni. In Calabria dunque serve una governance appropriata e mirata. Questo è un obiettivo pragmatico da perseguire e portare a casa».
Il contesto dei Giovani
Sui giovani, Vanessa Pallucchi ha aggiunto «categoria generazionale sempre tirata in ballo. Penso che ai giovani oggi sia venuto a mancare quel contesto in cui sviluppare il talento ed avvicinarsi al prossimo. Il contesto è un humus da ricostruire per consentire loro di formarsi e crescere come cittadini attivi e promotori delle sfide future. La politica? Attraversa una fase di profondo disorientamento e va richiamata ad affrontare i veri problemi del Paese. Che sono acuti e sintomatici di un progressivo allentamento delle maglie della coesione sociale il cui tessuto è davvero molto slabbrato. Dobbiamo ritrovare il senso di stare insieme nelle relazioni costruttive».