Fiscalità Terzo settore: presto la richiesta di autorizzazione europea
La richiesta di autorizzazione alla Commissione europea per l’impianto fiscale della riforma del Terzo settore partirà in tempi molto brevi. Lo ha ribadito il direttore generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Alessandro Lombardi intervenuto oggi 8 settembre in apertura della seconda edizione della Summer School “Orizzonti del Terzo settore. Le prospettive della riforma” organizzata da Cesvot e Scuola Sant’Anna – Centro di Ricerca Maria Eletta Martini a San Gennaro di Lucca. Dopo l’importante revisione introdotta con il dl Semplificazioni (dl 73/2022) approvata nelle scorse settimane, infatti, il confronto con l’Europa rimane uno degli step più attesi per la completa attuazione della riforma del Terzo settore.
Verifiche e registro unico nazionale del Terzo settore: la sfida di una visione unitaria
Le modifiche apportate con il dl 73/2022 che, come ha sottolineato lo stesso Lombardi, sono state approvate in una difficile fase di “tempesta perfetta” vista la chiusura delle Camere e le imminenti elezioni, sono state accompagnate da altrettanti importanti prescrizioni sulle procedure di verifica dei requisiti degli enti che stanno trasmigrando nel registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) e sulla ricalibratura del termine entro cui è possibile adeguare i propri statuti utilizzando le procedure semplificate. “L’obiettivo era evitare che gli enti si trovassero a rispondere alle richieste degli uffici – ha spiegato Lombardi – in un periodo particolarmente delicato, come quello estivo, vista la natura volontaristica delle loro attività, e allo stesso tempo andare incontro anche agli stessi uffici regionali e provinciali”.
Lombardi ha dedicato un passaggio del suo intervento anche al tema delle verifiche dei requisiti di iscrizione al Runts, tema particolarmente caldo in questa fase. “È importante cogliere il significato di partecipazione e confronto in questo passaggio amministrativo perché quello della verifica deve essere un momento di scambio e di confronto tra gli uffici e gli enti, non un mero adempimento”. Alla necessità di un approccio nazionale unitario fanno da contrappeso le diversità territoriali che storicamente segnano i precedenti uffici che gestivano i registri di associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato. “Si tratta di un passaggio culturale importante perchè ogni ufficio si deve sentire parte di un corpo funzionale molto più ampio di cui fanno parte anche i colleghi delle altre Regioni. È un processo iniziato fin dall’approvazione della riforma del Terzo settore: la prassi pubblicata in questi anni, infatti, è frutto di un lavoro di condivisione e confronto con gli uffici regionali”.
Non a caso, infatti, nel mese di agosto è stato necessario un momento di confronto tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, gli uffici regionali e provinciali, CSVnet e Forum Nazionale del Terzo settore sugli aspetti più critici delle procedure di verifica in corso. “Si è trattato di un incontro molto proficuo – ha commentato il direttore generale – ed è interessante notare come i punti problematici siano pochi e soprattutto sempre gli stessi in ogni Regione, il chè significa che il percorso unitario è avviato”. Si tratta soprattutto di alcuni profili delicati presenti negli statuti, in particolare i riferimenti agli istituti della cooptazione e del voto ai minori. “Ci muoviamo in un quadro unitario nazionale e va ricordato che l’attività di monitoraggio è compito del Ministero, ma la titolarità delle verifiche – a parte per le reti nazionali – è delle Regioni”.
Nel suo intervento Lombardi ha ricordato anche gli altri principali provvedimenti che, insieme all’avvio del Runts, hanno dato una forte accelerazione alla piena attuazione della riforma, dall’approvazione delle linee guida sul social bonus, alle evoluzioni sull’amministrazione condivisa, ai controlli sulle imprese sociali, di cui a breve saranno pubblicati anche i modelli. “Stiamo per chiudere – inoltre – il provvedimento molto atteso sui controlli al Terzo settore”. E sulla collaborazione con la pubblica amministrazione, il direttore ha citato l’esperienza dei provvedimenti sull’accoglienza dei profughi ucraini, in cui le organizzazioni sono state coinvolte attivamente.
I primi numeri del Runts
“L’avvio del registro unico nazionale del Terzo settore – ha spiegato Lombardi – è una pietra angolare perchè segna il passaggio a una fase nuova nello sviluppo della riforma con un passaggio dal diritto scritto a quello vivente. Il suo ambito primario di sviluppo è nel confronto tra gli uffici regionali e statali del Runts e le organizzazioni, dalle associazioni di promozione sociale (Aps) alle organizzazioni di volontariato (Odv) in trasmigrazione, alle altre organizzazioni che aspirano a diventare enti del Terzo settore. Per quanto riguarda i primi, gli enti interessati sono circa 88mila. L’accesso dei nuovi enti, invece, ha fatto registrare poco più di 11mila domande”.
Il futuro tra cambiamento, relazione e visione unitaria
Per il direttore generale Alessandro Lombardi il futuro del Terzo settore passa attraverso il cambiamento culturale, la collaborazione tra gli enti e una visione unitaria del sistema. Il cambiamento culturale citato dal direttore generale investe non solo le organizzazioni, ma anche la pubblica amministrazione, e le pratiche collaborative previste dalla riforma del Terzo settore possono essere un’importante occasione per accompagnare questa trasformazione. Ma non solo. “La riforma del Terzo settore – spiega Lombardi – vuole favorire i processi di collaborazione anche tra le organizzazioni stesse. È impensabile che gli enti non si coordinino sui territori. Un ente del Terzo settore non può rimanere chiuso nel proprio giardino: creare sinergie rende gli enti ancora più affidabili nei confronti delle istituzioni”.
Una delle grandi lezioni del registro unico nazionale del Terzo settore e della riforma in generale è la necessità di un approccio organico, non solo in questa fase di trasmigrazione per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, ma anche per il passaggio da una visione locale degli uffici regionali e provinciali ad una unitaria nell’applicazione della normativa nazionale. “Anche gli interventi normativi devono rispondere a un’esigenza collettiva e non a quelle di un singolo caso – ha spiegato Lombardi”.