Polistena, il Samaritano compie trent’anni
Nel Maggio 1988, all’interno della comunità parrocchiale del Duomo cittadino, iniziava la sua avventura l’Associazione “Il Samaritano”. Siamo a Polistena, cittadina della Piana di Gioia Tauro in terra di Calabria, terra di ndrangheta.
Sono passati 30 anni da quel giorno: 30 anni entusiasmanti a fianco di chi vive situazioni di disagio e sofferenza, con la voglia di ascoltare, capire, condividere la fatica di tanta gente e di ricercare insieme soluzioni possibili; 30 anni anche di impegno di antimafia sociale.
In una terra in cui, per alcuni, essere nella storia vuol dire farsi largo fra gli altri anche con la prepotenza e la violenza, i volontari che si son succeduti in questi anni, hanno cercato sempre e stanno cercando sempre più di vivere come testimoni della misericordia e della giustizia, combattendo le mafie, che stanno all’origine del disagio, dell’esclusione e dell’emarginazione e aiutando i poveri e gli ultimi ad essere loro i protagonisti del cambiamento, rifuggendo da presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività.
Il tutto all’insegna di un’antimafia concreta, capace di generare la cultura della corresponsabilità, del dono e del gratuito.
In questi anni, tanti sono i servizi che questa associazione di volontariato ha creato e tuttora attivi. A partire dal Centro di ascolto e di prima accoglienza.
Grazie alla disponibilità di una equipe di specialisti oltre che di volontari generici, il Centro di ascolto si propone di: accogliere, ascoltare, orientare le persone in difficoltà; individuare i bisogni espressi e latenti presenti sul territorio; dare risposte ai bisogni dei singoli e del territorio, attivando, attraverso una rete di solidarietà, tutte le risorse disponibili.
Le funzioni principali sono pertanto l’accoglienza, l’ascolto, l’orientamento e la presa in carico.
Tantissime sono state le persone, giovani e meno giovani, che in questi anni hanno trovato nel Centro di ascolto la risposta ai loro problemi e ai loro bisogni esistenziali
Nei locali del Centro di ascolto è attivo, inoltre, un ambulatorio infermieristico molto frequentato a vantaggio di anziani e terzomondiali. A completamento dell’azione del Centro di ascolto viene svolto con passione e precisione il servizio domiciliare agli anziani e agli ammalati, nonché il servizio di socialtaxi.
Non possiamo poi dimenticare l’attività pioneristica per il territorio, del Gruppo Arcobaleno una realtà che ha permesso a tantissimi ragazzi diversamente abili, di diventare protagonisti della propria vita nello sviluppo armonico della loro persona e nel processo di socializzazione.
L’associazione Il Samaritano, che in passato ha ospitato tanti ragazzi obiettori di coscienza, che hanno contribuito a creare una cultura della pace e della non violenza, oggi è sede del servizio civile nazionale. Tanti ragazzi hanno in tal modo la possibilità di svolgere un anno di servizio dedicato al bene comune. Tanti altri ragazzi, inoltre, vivono nelle strutture de Il Samaritano, l’esperienza dell’alternanza scuola – lavoro.
Ma oltre a queste realtà, l’azione incisiva che i volontari de Il Samaritano hanno svolto in questi anni nel campo dell’antimafia sociale ha portato alla nascita di Libera sul territorio, alla creazione della Cooperativa Valle del Marro, la prima cooperativa che in Calabria è andata a lavorare sui terreni confiscati ed infine all’utilizzo di un palazzo confiscato al clan Versace, oggi Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi.
Da emblema del potere mafioso a simbolo del riscatto sociale e civile di una comunità.
Cinque piani, 700 mq a piano, un imponente immobile nel cuore del quartiere popolare “Catena” a Polistena (RC), il palazzo Versace fu costruito alla fine degli anni Sessanta, confiscato con sentenza di Cassazione e assegnato alla Parrocchia Santa Marina Vergine, duomo della città.
Diritti diventati favori, luoghi e spazi di socialità animati dalla violenza mafiosa. Il palazzo del potere, simbolo di grandezza e di controllo, con al pian terreno il “bar 2001”, nome pretenzioso con cui negli anni ’80 la cosca voleva dire <Siamo noi il futuro>. Luogo di incontri e affari criminali, per adulti e giovani. Luogo di spaccio e di violenza che ha umiliato tante vite ed ha calpestato la dignità di tante ragazze e tanti ragazzi.
Quei ragazzi e quelle ragazze che per tanti anni hanno dovuto vivere la propria adolescenza lì, in quel posto maledetto, sede della loro scuola, l’Istituto Magistrale, vittime di un paradosso: lo Stato che paga l’affitto alla mafia. Una storia di sofferenza e paura terminata grazie all’impegno di un dirigente scolastico illuminato come Gigi Marafioti e a tutti gli insegnanti che organizzarono una protesta plateale per manifestare il loro sentimento di amore verso quegli studenti da allontanare al più presto da quel palazzo.
Un luogo ed uno spazio che ha condizionato la vita di una cittadina. L’amore violato, i sentimenti degenerati, gli obblighi del potere: un’umiliazione infinita.
Dal 2010 la storia è cambiata; il palazzo del potere è diventato Centro Polifunzionale padre Pino Puglisi, spazio dei diritti e delle opportunità condivise. Il Centro di Aggregazione Giovanile “Luigi Marafioti”, il Poliambulatorio di Emergency, l’Ostello della gioventù “Gianni Laruffa” sono alcune delle attività nate all’interno del Centro Polifunzionale e diventate opportunità di capitale sociale e strumenti di economia civile e circolare.
Il tutto attraverso azioni di prossimità di tanti volontari che continuano a scrivere, anche in quel palazzo, storie diverse, piene di voglia di riscatto e di riappropriazione del proprio destino.
di Don Pino Demasi
Fonte Mafie – La Repubblica